Ma l’onda è potenza e forma in continua evoluzione, sotto la sua cresta che dà spettacolo in superficie, nasconde energie profonde che riportano alla memoria storica dell’eterna ricerca di un equilibrio tra vissuto interiore e ambiente esterno; quanta vita è passata tra pratiche ed esperienze diverse per ogni cultura, che hanno attraversato civiltà e latitudini, a partire dalle antichissime tradizioni termali della cultura occidentali passando per le discipline e le pratiche nate in oriente fino alle seducenti visioni delle correnti new-age.
E oggi? Oggi che il tempo della Vita si allunga, la Vita sembra non lasciare spazio al tempo per Sé.
E più l’ambiente esterno a noi si arricchisce di stimoli, azioni, mediazioni che concorrono ad una vita complessa, più cresce il potere della tecnologia, più la Vita diventa una rappresentazione di Sè, configurata com’ è intorno a beni materiali e a infinite connessioni e rappresentazioni.
Per questo in virtù del riaffermarsi di un nuovo Umanesimo che richiama l’umanità ad osare – “Non abbiate paura!” diceva Giovanni Paolo II – , vogliamo scommettere sulla naturale vocazione di un individuo ad “essere Umano”, valorizzando la singolarità dell’esperienza interiore e dell’esperienza sociale.
Non basta ritrovare corpo e anima – “noi non siamo angeli ma abbiamo un corpo” scriveva nel secolo XVI, santa Teresa d’Avila, inaugurando l’età barocca – vogliamo anche riappropriarci della dimensione spaziale e temporale, della nostra storia e dei nostri luoghi, per incanalare la potenza delle reti e delle applicazioni informatiche verso il “bene comune”; siamo àncorati all’eredità del passato perché in esso possiamo formulare identità e innovazione, definire argini sicuri in cui navigare e di conseguenza orientare la bussola verso un futuro di sostenibilità. La storia dimenticata non appartiene al passato: antichi scritti e tradizioni abitano il nostro presente. E poiché non basta interpretare e rileggere pratiche, miti e tradizioni proviamo a riscriverli, ripensarli, riviverli: dentro i linguaggi e gli ambienti della modernità, costruendo complicità e creando contaminazioni tra mondi diversi perché una necessaria rivoluzione antropologica passa – come diceva San Francesco – non «tanto dall’ essere compreso, ma dal comprendere», «non tanto dall’ essere amati, ma dall’amare».
Chiara Lapenna